… questa influenza pandemica continua ad imperversare e tutta l’economia mondiale ne risente. Ma forse il settore che più ne risente è proprio quello dei viaggi. In attesa che il Giappone riapra le porte al turismo, che spero vivamente sia per l’autunno 2022, riprendo a scrivere riguardo alcuni fatti, o semplicemente pensieri e suggerimenti, riguardo al paese dove vivo da 48 anni. Nel frattempo potete scoprire questo paese guardando i miei video su YouTube (https://www.youtube.com/c/PASSEGGIATEGIAPPONESI) e considerare alcuni luoghi, cominciando da Tōkyō. Certamente il primo pensiero che s’affaccia alla mente di chi considera un viaggio di svago, o più impegnativo a livello culturale, è sempre lo stesso: dove andare e cosa vedere.
La prima donna occidentare a giungere fino a Lhasa fu Alexandra David-Néel nel 1924. Questa esploratrice francese nel suo libro “Voyage d’une parisienne à Lhassa : A pied et en mendiant de la Chine à l’Inde à travers le Tibet “ebbe a scrivere: « Celui qui voyage sans rencontrer l’autre ne voyage pas, il se déplace». Certamente ci si domanda chi mai possa essere “l’autre” in un viaggio. Credo che sia la cultura del luogo, che può anche essere una persona. La conoscenza è certamente il punto di partenza e di arrivo del VIAGGIO.
In queste mie pagine e nei miei video su YouTube vorrei farvi conoscere, appunto, l’altro da sé, “l’autre”, l’ignoto per ritrovare il noto.
Avendo viaggiato in pressocché tutti i continenti per oltre cinquanta anni, in Giappone dal 1972 dove sono interprete e guida culturale, propongo a chiunque voglia fruirne dei “percorsi” turistico-culturali in Giappone.
Spero sia tutto questo di vostro interesse…
… Tokyo recentemente è stata classificata come la più popolata città del mondo, al secondo posto c’è New Deli e al terzo Shang-Hai. I ventitre quartieri (vere e poroprie città) che formano la parte centrale, contano per oltre un terzo degli abitanti. Quest megalopoli sorge, per volere dell’imperatore Meiji, nel 1868 poiché prima di allora era sede del governo del Bakufu, ovvero della famiglia Tokugawa che governava il paese dal 1603.
Completamente rasa al suolo da 1660 tonnellate di esplosivo il 10 marzo 1945, è risorta come un’Araba Fenice dalle sue ceneri grazie alla costanza e pervicacia dei sopravvissuti. A prima vista, dunque, sembra un semplice agglomerato di strutture architettoniche moderne famosa per la sua illuminazione, ma è necessario conoscere la storia per saper vedere, guardando le strade alsfaltate del giorno d’oggi, i sentieri popolati da cittadini indaffarati nelle più svariate mansioni di centinaia d’anni fa. In poche parole è ciò che offro al visitatore che ha a disposizione un paio di settimane per visitare tutto il paese. Questo cercare di dare la senzazione al turista di poter scorgere la vita della storia nella teatralità moderna. Cosa per la quale, ritengo, si possa —in un certo modo— vivere una esperienza ed incontrare “l’autre” di cui parlava Alexandra David-Néel in modo che il viaggio non sia stato un semplice spostamento….
Incontriamo “l’autre” nei nostri viaggi…
… il riferimento è sempre la famosa Alexandra David-Néel, l’esploratrice… molto più che una semplice esploratrice. Non si creda sia necessaria una definizione filosofica di questo “l’autre” che dovremmo incontrare nel viaggio al fine che questo non sia un semplice spostamento da un posto all’altro. In un certo qual modo visitare il Giappone non è per tutti perché qui —forse più che in altri paesi— è importante il gusto della scoperta, quel desiderio che nasce dall’esigenza di non accontentarsi delle apparenze, l’esigenza di conoscere e il godimento di intontrare la cultura di un paese decisamente diverso al fine di capire il punto di vista degli altri…
A chi arriva in Giappone per la prima volta, il paese fa sempre l’impressione di ordine, pulizia, precisione… ma anche di meticolosità e affanno. Si tratta di un paese basato su idee shintō, buddhiste con l’aggiunta di confucianesimo dove l’armonia dell’universo è la cosa principale da tenere in considerazione. Ecco che si capisce il motivo per il quale i giapponesi sono educati, rispettosi e sorridenti. Lo fanno per mantenere la “loro” armonia e non per una non meglio definita “gentilezza” nei riguardi dello straniero… del quale, in cuor loro, non può contare di meno.
In Giappone sui mezzi pubblici si parla a bassa voce, camminando non si fuma e non si mangia. Non sono leggi né regole scritte ad imporlo ma il mantenimento dell’armonia. Se qualcuno lo fa è semplicemente guardato come una persona irrispettosa del vivere civile… e ce ne sono sia giapponesi che stranieri!